se lo dimenticheranno di certo

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Quando, nel 2120, si ricorderà il centenario dalla Pandemia mondiale del Covid-19, io, ovviamente e come voi, sarò cenere da un pezzo ma i ricordi che ognuno di noi (me compreso, ed ecco perché insisto a scrivere) lascerà scritto sulle pagine social, sui diari (si ancora esistono!) o sui quadernetti degli appunti disseminati qua e là, i ricordi di quei mesi tremendi e allo stesso tempo fucina di cambiamenti interiori, saranno lì a ricordare ai nostri pronipoti che qualcosa sarebbe potuto cambiare per il Mondo che sarebbe stato dopo, si ricorderà, leggendo i nostri appunti, che avremmo potuto lasciare loro un Mondo migliore, invece di dimenticarci in fretta di cosa stavamo non facendo per cambiare rotta, marcia, passo, per far sì che quei camion dell’Esercito, nelle strade di Bergamo quel fatidico diciotto marzo, potessero lasciarci un monito ben preciso di cosa avremmo potuto e dovuto fare per “il dopo” pandemia!

Quando, nel 2120, i figli dei figli dei figli dei miei figli avranno quindici o sedici anni avranno da ricordare che i loro avi potevano e dovevano davvero far di più, invece di piangersi addosso, di prendersela con l’altro, accusare chicchessia che si poteva fare di più. Diranno che saremmo dovuti scendere nelle strade della Lombardia per chiedere maggiori informazioni su cosa fosse accaduto in quella che era, nel 2020, una delle regioni europee di maggior successo economico-industriale (forse seconda sola alla Baviera tedesca), che se un politico avesse, in quei giorni, dimostrato di essere stato negligente e supponente avremmo dovuto cacciarlo a gran voce, che se un sistema fosse stato dichiarato fallito avremmo, noi loro avi, dovuto cambiare, una volta per tutte, il passo della storia, per riscriverne un’altra che potesse davvero dare speranza a tutti e non a pochi.

Invece, nel 2120, i figli dei figli dei figli dei figli di chi ci ha comandato in questo periodo di pandemia, avranno sicuramente un conto in banca di un certo peso, avranno studiato nelle migliori università del Mondo, avranno viaggiato, conosciuto, imparato più dei mei pronipoti ed, in cento anni, la classe dirigente e politica del nostro futuro sarà sempre, e come sempre, rappresentata dai “soliti” personaggi figli di, nulla cambierà se non cambieremo noi, nulla sarà diverso se noi non diverremo diversi

Nel 1920, cent’anni fa, l’Europa usciva dalla Prima Guerra Mondiale, e noi siamo qui a ricordare quante cose sono cambiate da allora, siamo certamente migliorati in tante cose ma sicuramente peggiorati in tante altre, abbiamo avuto da mangiare in tanti, abbiamo avuto da vestirci in tanti, abbiamo potuto studiare in tanti, rispetto a cento anni fa, forse siamo soliti a ricordare cosa abbiamo “guadagnato” rispetto allora. Così faranno nel 2120, non si ricorderà dei trentamila e passa morti perché non vi era un Ministro capace di dare mascherine ai nostri dottori ed infermieri o non avevamo dei protocolli ben precisi da seguire nei nostri nosocomi, se lo dimenticheranno di certo, non si ricorderà che bastava isolare le persone infette invece di mischiarle a dei poveri vecchietti, se lo dimenticheranno di certo, non si ricorderà che una certa ex Presidente della Camera aveva un contratto di fornitura milionario con la Protezione Civile, chissà come fece, se lo dimenticheranno di certo, e non si ricorderà perché ebbero tutta sta fretta di riaprire il Paese quando l’epidemia era ancora presente in quella zona, la Lombardia, dove dieci giorni prima eri da mandare in galera se andavi a far fare la pipì al cane a duecentodieci metri da casa, e dieci giorni dopo la gente era ammassata in pizzerie, parchi, giardinetti, spiagge e quant’altro, se lo dimenticheranno di certo.

Siamo così noi italiani, ci lamentiamo, urliamo con il più debole di noi, gesticoliamo la nostra nervosità e scarichiamo la nostra ira al primo millesimo di secondo dopo che il semaforo diventa verde, siamo fatti così, abbiamo bisogno di prendercela con tutti per non essere capaci di fare nulla noi in primis, e sarà, molto probabilmente, ancora così per molto tempo a venire, siamo così.

La politica ci comanda a bacchetta, è spesso così e spesso facciamo finta di non accorgercene, ma se quando abbiamo in mano quella matita spuntata in quel box elettorale sapessimo che abbiamo solo bisogno di persone capaci, preparate, e altruiste, forse potremmo davvero cambiare la rotta della barchetta italiana che avrà ancor più il mare agitato nel prossimo futuro economico-finanziario, se smettessimo di giocare ai guelfi contro i ghibellini o al Milan contro l’Inter, e pensassimo che il nostro Paese ha bisogno di un serio e doveroso cambio di rotta, saremmo già a metà dell’opera, invece ci dividiamo perfettamente, o quasi, in disfattisti e ottimisti, in piagnucoloni e temerari, in accusatori a prescindere e attenti studiosi, è sempre così purtroppo, sono almeno vent’anni che auspico un Paese, il mio, che guardi seriamente avanti a sé per il raggiungimento del bene comune e non per il bene di pochi, forse è arrivato il momento, dopo questa tremenda pandemia che sembra già stiamo dimenticando, di mettere la classe politica, tutta nel suo insieme al netto degli sbruffoni e dei contro a prescindere per lavoro, a far sì che si possa costruire una società che possa lasciare delle note positive a chi, tra cent’anni, si ricorderà di un popolo che ha saputo ricostruire qualcosa di buono, finalmente e vivaddio, per il bene di tutti.

Nel 2120 potrebbero ricordarsi che dopo due mesi di silenzio e atteggiamenti da seguire scrupolosamente siamo stati capaci di cambiare qualcosa, come convincere qualcuno che moto e macchine, che a mezzanotte ti svegliano con il rombo del loro motore esagerato, non potranno più circolare o come Vigili, Poliziotti o Carabinieri che fanno finta di nulla quando vedono una macchina in doppia fila parcheggiata e poi ti multano perché sotto casa fai inversione al parcheggio! Sono davvero tante le cose da cambiare, ma dobbiamo essere prima noi a farlo, probabilmente anche singolarmente, uno ad uno come prendersela a gran voce con i padroni di cani che fanno finta di nulla dei bisogni dei loro amati cuccioli (o bestie di 100KG) o a cambiare canale quando i politici sono nei salotti della TV (che stiano a fare il loro lavoro se ne sono capaci). Basta raccomandati di ogni genere e corso, non se ne può davvero più, basta lavoratori delle PA che pensano di essere intoccabili, non deve essere così!

Sarebbero tante le cose da cambiare e capisco che ognuno di noi avrebbe una lista lunghissima di buoni propositi ma non saremo noi da soli a far sì che possano accadere, serve un cambio di rotta generalizzato, io ci spero ancora, spero che non si arrivi davvero a dimenticarci troppo in fretta di cosa è accaduto nel 2020, dopo il 2001, dopo il 2008 e dopo il 2010. Anni di catastrofi umane, finanziarie e globali, forse è vero che l’alta finanza oramai domina il Mondo e forse è vero che noi siamo solo delle piccole pedine bianche o nere da muovere sulla scacchiera mondiale, ma è senz’altro vero che la nostra coscienza deve cambiare, saremo sempre persone che son cresciute con ideologie, storie, esperienze diverse ma pur sempre persone che devono cercare il meglio per il proprio futuro e per quello dei nostri pronipoti che nel 2120 leggeranno di noi e delle barzellette sulle mascherine cinesi che hanno inondato il Pianeta, chissà quando si risveglierà Greta Thunberg cosa e quante ne avrà da dire 🙂

PENSATECI GENTE e AU REVOIR

“Perché ci sia un mondo migliore bisogna riuscire ad immaginarlo.”